ESPERIENZA SUL PASSO GAVIA

 

Salve a tutti!

Quello che segue è il resoconto dell'avventura di un gruppo di amici che, sabato 30 luglio 2005, si sono "arrampicati" sul Passo Gavia.

 

PASSO GAVIA: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO...

Noi del Grubi non abbiamo alle spalle  una grossa esperienza ciclistica. Per questo l'obbiettivo che ci siamo proposti potrebbe sembrare sopra le nostre forze: nientepopodimeno che il Passo Gavia! Così, dopo mesi di preparazione sulle colline della Brianza, all'alba di sabato 30 luglio partiamo in auto verso Pontedilegno, da dove ha inizio la nostra avventura.

Montiamo in bicicletta sotto un cielo sereno, con tanto di ammiraglia al seguito: due amici ci seguono in auto per riempire le nostre borracce e offrire "assistenza tecnica". Usciti dall'abitato di Pontedilegno, le pendenze non sono proibitive; dopo pochi chilometri, però, la carreggiata si stringe... e si impenna! Le prime rampe fanno già selezione all'interno del drappello e ciascuno di noi 6 sale del proprio passo. Gasati dallo spettacolo degli scenari alpini, non ci lasciamo intimorire dai cartelli stradali che indicano pendenze fino al 16%. La fatica, comunque, si fa sentire: solo qualche breve tratto in falsopiano e alcuni tornanti ci permettono di rifiatare. La prima metà del percorso è ombreggiata dal bosco, ma quando la vegetazione si dirada il sole picchia duro! Un pò di refrigerio (forse anche troppo...) ce lo regala la ripida galleria a 2 km dalla vetta: è lunga solo 200 metri, ma è talmente buia che sembra non finire mai! Usciti allo scoperto, la sensazione è quella di essere vicini al traguardo. E non ci sbagliamo: la pietra miliare segna 1 km al Passo. Stringiamo i denti sugli ultimi tornanti, tra ciclisti che sorpassiamo e altri che ci sorpassano; finalmente, alziamo gli occhi e, sulla destra, compare il rifugio: ancora qualche pedalata, e il Passo è nostro!

Dopo le foto di rito, inizia la discesa: nella prima parte occorre cautela perché la strada è a una sola corsia, e bisogna dividerla con auto e moto; negli ultimi 4 km invece la carreggiata si allarga e si scende veloci, anche se aumentano i tornanti. Giunti a Pontedilegno, per una strana coincidenza, incontriamo una gara ciclistica di quelle vere, alla quale partecipano campioni del passato del calibro di Bugno e Chiappucci. Infine, messo da parte il Gavia, puntiamo al secondo obbiettivo della giornata: il pranzo al ristorante. Nei nostri piatti arrivano tagliatelle e pizzoccheri, e poi capriolo, polenta e funghi...! Alla fine è sorto il dubbio: era necessaria tutta questa fatica? Non potevamo metterci direttamente a tavola, invece di salire al Passo?

Ovviamente si scherza, perché la scalata è stata davvero entusiasmante, e entrerà di diritto negli almanacchi del ciclismo... o perlomeno nei nostri. Torniamo a casa stanchi, ma con l'orgoglio di aver scalato un pezzo di storia dello sport italiano.

 

Ciao e grazie a tutti!

Matteo Masotto